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15 Dic 2025

Nuovo speculum ginecologico: un’innovazione gentile, ma è l’approccio che fa davvero la differenza

Ogni giorno, come ginecologa, incontro donne che vivono la visita ginecologica con disagio, ansia o diffidenza. Per molte non è solo una procedura medica, ma un momento carico di vulnerabilità. È anche per questo che ho accolto con interesse la notizia del nuovo prototipo di speculum ideato da due giovani colleghe, donne, dalla prospettiva progettuale innovativa.
Il dispositivo si chiama Lilium ed è frutto della collaborazione tra Ariadna Izcara Gual (laureata in Integrated Product Design) e Tamara Hoveling (ricercatrice in design medico circolare) presso la TU Delft, nei Paesi Bassi. Entrambe sono donne e fanno parte di una generazione che ha deciso di mettere al centro della progettazione la dignità, il comfort e la percezione della paziente, non è un caso che l’idea arrivi da chi vive la realtà femminile in prima persona.

Il modello Lilium è realizzato in gomma medicale TPV semi‑flessibile, con un design ispirato a una forma floreale: composto da tre “petali” molli e da un meccanismo tubolare che li apre delicatamente. Il risultato è un oggetto meno simile a un “attrezzo freddo” e più riconoscibile come qualcosa di familiare e rassicurante. Inoltre:

  • è più confortevole al tatto e riduce la sensazione di dolore o ansia
  • offre una visibilità migliore del collo dell’utero, soprattutto in pazienti con particolari condizioni anatomiche
  • è più sostenibile: ha solo due componenti invece di nove, facilitando la pulizia, la sterilizzazione e il riuso

In test preliminari su modelli ginecologici, tutte le otto pazienti hanno preferito Lilium rispetto allo speculum tradizionale. Il design è già stato premiato con il Young Medical Delta Thesis Award, e oggi le progettiste cercano partner per portare Lilium dalla fase prototipo alla disponibilità clinica.
Questo tipo di innovazione è preziosa e di buon auspicio, perché dimostra che stiamo finalmente progettando strumenti dal punto di vista delle donne e con la sensibilità delle donne. Ma credo che sia fondamentale non perdere di vista un punto essenziale: non sarà mai lo strumento, da solo, a garantire un’esperienza positiva.
Abbiamo già speculum di misure diverse, anche piccole, utili per adattarsi al corpo e alla sensibilità della paziente. Eppure, molte donne continuano a vivere la visita ginecologica come un momento doloroso o traumatico. Questo perché ciò che fa davvero la differenza non è il formato, ma chi lo impugna e come lo introduce.

Un esame ben condotto richiede competenza tecnica, certo, ma anche attenzione, rispetto e comunicazione. Introdurre uno speculum non dovrebbe mai essere un gesto meccanico. Serve tempo, delicatezza, spiegazioni chiare e un atteggiamento empatico. Lo chiamiamo “garbo”: quel modo di fare che trasforma una procedura in un’esperienza meno invasiva dal punto di vista emotivo.

Lavorando quotidianamente con pazienti che hanno vissuti complessi, posso affermare con determinazione: anche con gli strumenti attualmente in uso si può garantire una visita rispettosa, serena e non traumatica, a patto che l’approccio sia centrato sulla persona. Le nuove soluzioni come Lilium sono benvenute, sono segnali di un cambiamento culturale che da tempo attendevamo. Ma ricordiamoci che la vera innovazione parte dalla relazione, dalla formazione e dal riconoscimento dell’unicità di ogni donna.

Un nuovo speculum può rendere la visita meno invasiva. Ma sarà sempre l’approccio umano a fare la differenza.


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