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Giornata Mondiale per l’Aborto Sicuro, 28 Settembre
29 Set 2025

28 settembre – Giornata Mondiale per l’Aborto Sicuro

Garantire l’applicazione della legge 194 è un dovere di sanità pubblica

La Giornata Mondiale per l’Aborto Sicuro ricorda che l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è un diritto sancito dalla legge italiana, ma la sua piena attuazione resta un obiettivo incompiuto.

Il terzo report annuale di Medici del Mondo, presentato alla Camera dei Deputati e intitolato “Aborto senza numeri – L’assenza di dati come politica di deterrenza e causa di disuguaglianza”1, mette in luce una criticità che dura da anni: manca un monitoraggio sistematico sull’applicazione della legge 194, nonostante l’obbligo sia previsto fin dal 1978.

Dati incompleti e diseguaglianze strutturali

Questa assenza di rilevazioni aggiornate non è un semplice vuoto statistico. L’ultimo rapporto ministeriale completo sull’attuazione della legge 194 risale al 20212 e da allora manca un aggiornamento annuale ufficiale. Senza dati recenti, diventa difficile valutare l’efficacia dei servizi e individuare le aree di maggiore fragilità. Già quei dati mostravano disuguaglianze significative. L’Istituto Superiore di Sanità calcolava nel 2021 una media di appena 0,6 consultori familiari ogni 20.000 abitanti, quando la legge 34/1996 ne prevede almeno uno3. Inoltre, in diverse regioni oltre il 70% dei ginecologi risultava obiettore di coscienza4, un dato che può tradursi in tempi di attesa più lunghi o nella necessità di spostarsi fuori provincia per accedere al servizio. Questa carenza informativa oscura le disuguaglianze territoriali e ostacola le politiche di salute pubblica basate su evidenze.

A questo scenario si affiancano scelte politiche che, pur non vietando l’IVG, possono rendere più complesso l’accesso. Il Libro bianco della rete “Più di 194 voci”, presentato a Torino e ripreso da La Stampa, analizza il caso del Fondo Vita Nascente istituito in Piemonte nel 20225: 460.000 euro destinati a progetti “di accompagnamento individualizzato finalizzato alla promozione del valore sociale della maternità”. Secondo il report, i finanziamenti sono stati distribuiti a quindici associazioni, alcune esplicitamente contrarie all’aborto, senza indicatori chiari sulle condizioni economiche o sullo stato di gravidanza delle donne assistite e con l’erogazione anticipata dell’intera somma, priva di controlli intermedi o finali6. Pur dichiarando l’intento di prevenire interruzioni di gravidanza per motivi economici, l’iniziativa non offre dati che ne dimostrino l’efficacia e solleva interrogativi sull’uso di risorse pubbliche per funzioni che la legge 194 affida ai consultori.

Toscana: un modello di tenuta, ma con criticità

In questo quadro nazionale, la Toscana rappresenta una realtà che, pur con difficoltà, ha mantenuto una buona capacità di risposta. Nel 2023 la regione contava circa un consultorio ogni 17.000 abitanti, in linea con lo standard nazionale7, e un tasso di obiezione dei ginecologi attorno al 46%, sensibilmente inferiore alla media italiana stimata intorno al 64%8. Questi elementi hanno finora consentito di garantire un accesso più uniforme all’IVG. Tuttavia, anche qui le organizzazioni della società civile segnalano la necessità di raccogliere dati più dettagliati e di ascoltare le esigenze di chi utilizza i servizi per cogliere eventuali criticità emergenti.

Un esempio concreto di questo impegno arriva da Pisa, dove la Casa della Donna, in collaborazione con Obiezione Respinta e AIED Pisa, ha lanciato in occasione della Giornata Mondiale il questionario anonimoConsultori Familiari: Raccontaci la Tua Esperienza”.9

L’iniziativa punta a raccogliere testimonianze dirette sull’accesso ai consultori e sui bisogni legati alla salute e al benessere riproduttivo nella provincia, fornendo dati preziosi per orientare politiche locali più rispondenti alla realtà. Se sei di Pisa, ti invito a compilare il questionario.

Perché i dati sono fondamentali

Garantire l’applicazione della legge 194 non riguarda soltanto la tutela di un diritto individuale, ma costituisce un vero e proprio obbligo di sanità pubblica. Servono monitoraggi regolari, consultori adeguatamente finanziati, personale sufficiente e trasparenza nell’impiego delle risorse pubbliche. Solo attraverso strumenti concreti di valutazione e un impegno costante sarà possibile evitare che l’interruzione volontaria di gravidanza diventi, di fatto, un percorso a ostacoli e assicurare che la libertà di scelta sancita dalla legge trovi ovunque piena attuazione.

Note

1. Medici del Mondo, Aborto senza numeri – L’assenza di dati come politica di deterrenza e causa di disuguaglianza, presentazione alla Camera dei Deputati, 23 settembre 2025.

2. Ministero della Salute, Relazione annuale sull’attuazione della legge 194/1978, dati 2021 (pubblicata 2022).

3. Istituto Superiore di Sanità, Indicatori dei servizi consultoriali, dati 2021.

4. Ministero della Salute, Relazione IVG 2021, tavole statistiche regionali.

5. Regione Piemonte, Deliberazione della Giunta Regionale n. 34-5480/2022, istituzione del “Fondo Vita Nascente”.

6. Rete Più di 194 voci, Libro Bianco sul Fondo Vita Nascente, presentato a Torino, settembre 2025; sintesi in La Stampa, 24 settembre 2025.

7. Regione Toscana, Rapporto sui Consultori familiari, Assessorato alla Salute, 2023.

8. Ministero della Salute, Relazione IVG 2021, dati su obiezione di coscienza.

9. Casa della Donna Pisa – Obiezione Respinta – AIED Pisa, comunicato stampa di lancio del questionario “Consultori Familiari: Raccontaci la Tua Esperienza”, 28 settembre 2025.


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