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INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO DI PRIMO LIVELLO PER INFERTILITÀ

Fattori comuni di infertilità 

Il peso

Il peso (sia l’obesità che l’eccessiva magrezza), può condizionare la fertilità. I dati epidemiologici confermano che l’obesità e l’eccessiva magrezza sono causa, entrambe, del 6% dell’infertilità primaria, ovvero del 12% dell’infertilità totale. Questo vuol dire che, nella maggior parte dei casi (il 70%) se il peso torna normale, anche la fertilità viene recuperata. E’ importante quindi che chi è infertile e ha problemi di peso, prima di sottoporsi a terapie per l’infertilità invasive e impegnative (anche dal punto di vista economico), recuperi il proprio peso-forma: spesso è sufficiente.
Ma perché il peso influenza l’infertilità? Una spiegazione sta nel fatto che un’alterazione nella produzione degli ormoni steroidei interferisce con la regolazione centrale (ipotalamica-ipofisaria) del ciclo e questo può determinare una riduzione numerica delle mestruazioni fino all’amenorrea. Nelle donne obese si osserva, inoltre, l’alterazione metabolica dell'insulinoresistenza, che è spesso associata alla sindrome dell’ovaio policistico. Questa sindrome è presente nel 40-50% delle donne obese.  La perdita di peso ripristina la funzione ovulatoria e con essa la fertilità. Le donne sottopeso (con meno del 22% di grasso corporeo) soffrono, invece, di una condizione nota come anemorrea ipotalamica dovuta ad una alterazione della regolazione centrale del ciclo per cause psicogene (anoressia mentale) o per un’intensa attività sportiva. Anche in questo caso recuperare almeno il 90% del peso-forma significa tornare ad essere fertili, anche se in una percentuale più bassa rispetto alle donne obese (resta, infatti, un 13-30% dei casi in cui l’incidenza di altri fattori -ansia o disordini alimentari- ostacola il recupero della funzione ovulatoria). E’ molto importante sapere che una intensa attività fisica (come lo sport o la danza classica) porta ad un ritardo del menarca nelle adolescenti.   Purtroppo, convincere le donne sottopeso che la loro forma fisica -spesso considerata ideale e frutto di sacrifici è la causa dell’infertilità non è sempre facile. D’altra parte, informare una donna obesa che spesso ha già tentato inutilmente di dimagrire, che il perdere peso è determinante per recuperare la fertilità, può avere un effetto demotivante o depressivo. In entrambe le situazioni un corretto approccio di counseling, può contribuire in modo decisivo ad affrontare correttamente il disagio.
 

La sindrome dell'ovaio micropolicistico

La Sindrome dell’ovaio micropolicistico (PCOS) colpisce il 5-10% del sesso femminile e rappresenta la causa più importante di infertilità anovulatoria. È caratterizzata dalla presenza di almeno due dei seguenti segni: anovulazione cronica con oligo/amenorrea, iperandrogenismo clinico e/o biochimico con irsutismo, e ovaie micropolicistiche. Sebbene le cause della PCOS non siano del tutto chiare, numerosi studi indicano che nella sua patogenesi sono coinvolti fattori genetici, i quali contribuirebbero a determinare le alterazioni endocrine e metaboliche che caratterizzano questa sindrome. Per tali motivi la PCOS viene definita una patologia multifattoriale, determinata dall’associazione di molteplici fattori: genetici, endocrini e ambientali.La PCOS e’ una patologia che “coinvolge tutta la vita” della donna: inizia nella vita intrauterina in soggetti geneticamente predisposti, si manifesta clinicamente al momento della pubertà, perdura nell’età fertile ed espone, soprattutto dopo la menopausa, ad un rischio più elevato di sviluppare patologie cardiovascolari, ipertensione, diabete e altre complicanze metaboliche. Durante l’età fertile può determinare infertilità anovulatoria oppure una maggiore incidenza di complicanze della gravidanza come gli aborti spontanei, il diabete gestazionale e la preeclampsia.
 

Il fumo

Fumare rende meno fertili. Le fumatrici hanno tassi di infertilità più alti, e impiegano più tempo a concepire (in genere più di un anno). Il fumo, infatti, è dannoso per le ovaie femminili, e la gravità del danno dipende da quante sigarette e da quanto tempo una donna fuma.  La riduzione della fertilità nelle donne fumatrici sembra essere dovuta all’interferenza delle sostanze tossiche contenute nel fumo con la maturazione degli ovociti. Il fumo, inoltre, ha conseguenze negative anche sull’andamento della gravidanza e sul benessere del feto e del neonato. E’ associato ad un aumento di aborti spontanei, al rischio di parti pretermine, di gravidanze extrauterine (rischio relativamente elevato in chi fuma più di 20 sigarette al giorno), alla nascita di bambini con peso più basso e, infine, ad un incremento del rischio di mortalità perinatale.

 

Infezioni

Anche le flogosi (infiammazioni) dell’apparato genitale femminile costituiscono un grave problema per la riproduzione. Responsabili sono le infezioni causate da malattie a trasmissione sessuale come la Sifilide o la Gonorrea, e ancora più insidiosa, perché asintomatica e diffusissima, la Chlamydia (causata da un microorganismo). Queste infezioni, che si localizzano nella cervice uterina e nella vagina, rendono spesso dolorosi i rapporti sessuali, alterano l’equilibrio chimico della vagina e hanno un effetto tossico sugli spermatozoi. Anche altri germi possono causare danni ai genitali interni femminili. Ad esempio, tutte le manovre che interessano la cavità uterina (revisioni di cavità, aborti clandestini, dispositivi intrauterini IUD) possono essere la via per il verificarsi di una infezione addominale. Se l’infezione risale le vie riproduttive femminili può causare la cosiddetta PID (Pelvic Inflammatory Disease), con la possibilità che vengano occluse le tube (nel 50% dei casi dopo la terza volta che si manifesta la malattia). La Chlamydia è responsabile di circa il 50% delle infiammazioni pelviche: il rischio è quindi maggiore rispetto alle altre malattie veneree ed inoltre, essendo la Chlamydia molto più diffusa, si contrae più frequentemente. Il rischio di infertilità dovuta a occlusione tubarica, ricorre in circa il 12% delle donne che hanno avuto anche un singolo episodio di salpingite (il rischio raddoppia quasi ad ogni ricaduta). La Chlamydia, la malattia infettiva più diffusa al mondo, è spesso del tutto asintomatica (fino all’85-90%) e colpisce soprattutto donne molto giovani sessualmente attive (dai 15 ai 21 anni). L’assenza di sintomi fa sì che le adolescenti possano non accorgersi dell’infezione anche per 10 o 15 anni. Oggi i test disponibili per la Chlamydia sono molto affidabili, sicuri (99%) e non invasivi . Il trattamento è semplice e sicuro.
 

L'endometriosi

L'endometriosi è una malattia diffusa, nonché una delle cause più comuni di sterilità. In Italia soffrono di endometriosi circa tre milioni di donne, che spesso arrivano ad una diagnosi certa dopo diversi anni, quando presumibilmente la malattia si è aggravata. Ma che cos’è l’endometriosi? L’endometrio è il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero. Ogni mese cresce e, se non è avvenuta nessuna fecondazione, si sfalda dando luogo alle mestruazioni. Nell’endometriosi, del tessuto simile all’endometrio si forma all’esterno dell’utero e nella maggior parte dei casi si diffonde nell’area dell’apparato riproduttivo femminile (ovaio, tube di Falloppio, legamenti dell’utero, area tra vagina e retto), ma è stato trovato anche sui genitali esterni (vagina, cervice e vulva) e sugli altri organi interni. Il sintomo più comune è il dolore correlato alle funzioni degli organi interessati in prossimità delle mestruazioni (ma anche prima e dopo), durante l’ovulazione, durante e dopo i rapporti sessuali, durante la defecazione e la minzione- oppure continuativo (cronico) alla pelvi. E’ importante consultare il ginecologo in caso di sospetto diagnostico. La diagnosi clinica è più difficile anche per il fatto che sintomi sono indistinguibili da quelli tipici dell’intestino irritabile o dell’infiammazione pelvica (motivo per cui spesso l’endometriosi viene diagnosticata tardi). Curare l’endometriosi migliora anche le possibilità di successo della procreazione medicalmente assistita (PMA). Curare l’endometriosi, soprattutto nella fase iniziale, vuol dire tutelare la propria fertilità e il proprio benessere fisico e psicologico.


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Prestazioni
Data: 15 Gen, 2021
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