Viale delle Cascine 152/F, 56122 Pisa – Italia
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|inTra le più frequenti patologie della mestruazione vi è il flusso mestruale abbondante. Si tratta di uno dei problemi ginecologici più comuni nelle età che più sono “di frontiera” nella intera vita femminile, e cioè la pubertà e la perimenopausa.
Non sono però infrequenti nemmeno nell’età fertile.
La Società italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha attivato un gruppo di lavoro per affrontare gli aspetti di questo problema, osservando infatti l’importanza dei risvolti che questa patologia ha sulla salute della donna e analizzando anche alcune delle conseguenze più impattanti su essa (es. La necessità che si pone spesso dell’asportazione dell’utero).
Durante il Congresso Nazionale del 2006 della SIGO, è nato quindi un importante documento, che è stato poi pubblicato con il titolo “Raccomandazioni per l’approccio diagnostico-terapeutico ai Flussi Mestruali Abbondanti”.
Osserviamo e riportiamo qui di seguito le conclusioni più importanti che raccoglie:
Circa una donna su 30 in età fertile (salendo questa incidenza ad una su 20 nella fascia compresa fra i 30 e i 49 anni) consulta ogni anno il medico per problemi di eccessiva perdita mestruale.
La diagnosi si basa sull’anamnesi e sulla valutazione della perdita ematica mestruale e dei relativi disturbi.
Se viene ritenuto necessario, si raccomanda di eseguire gli esami di laboratorio, ecografia e isteroscopia per includere od escludere cause uterine e/o sistemiche.
Alcuni esami sulla situazione endocrina, con particolare attenzione alla valutazione della riserva ovarica, possono essere ritenuti utili in questa fase di approfondimento del fenomeno e della diagnosi.
Il trattamento viene di solito iniziato con una delle opzioni farmacologiche raccomandate; esse comprendono IUS al levonorgestrel, acido tranexamico, farmaci antinfiammatori e contraccettivi orali.
Si consiglia fortemente di proporre lo IUS al levonorgestrel, se non vi sono controindicazioni specifiche, prima di ogni intervento di tipo chirurgico.
Un trattamento ed un follow-up appropriati migliorano considerevolmente la qualità di vita della donna.
La collaborazione del medico di medicina generale nell’iter diagnostico e terapeutico è utile ed auspicabile almeno a livello iniziale.