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Ginecologa_Barbara_Del_bravo
26 Giu 2017

Evidenze dallo studio “Interruzione dei contraccettivi ormonali moderni: indagine condotta in Italia”

Articolo estratto da MSD Salute del 16 giugno 2017, a cura della redazione di MSD.

 

L’obiettivo dello studio “Interruzione dei contraccettivi ormonali moderni: indagine condotta in Italia” diretto dalla Dott.ssa Fruzzetti e pubblicato in data 7 ottobre 2016 sull’European Journal of Contraception & Reproductive Health Care era quello di analizzare il tasso di abbandono dei metodi contraccettivi ormonali in un campione di donne italiane.

E’ infatti noto a livello globale che le donne fanno poco uso dei contraccettivi ormonali, e che li interrompono prematuramente; questo nonostante i metodi ormonali rappresentino l’opzione contraccettiva non chirurgica di maggiore efficacia.

Al fine di raccogliere informazioni sulle cause di interruzione dei più recenti metodi contraccettivi ormonali disponibili in Italia è stato disegnato uno studio trasversale retrospettivo in cui sono state esaminate le cartelle cliniche di tutte le donne in età riproduttiva che erano state visitate presso gli ambulatori del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa (Italia) tra il 2010 e il 2015. 
L’analisi ha incluso le donne che hanno fornito il nome corretto del contraccettivo che stavano utilizzando o che avevano utilizzato in passato e le donne che erano passate da una pillola a un’altra al massimo una volta, alle quali è stato anche chiesto di riferire il motivo del cambiamento. 
Le cause di interruzione sono state classificate in due categorie: correlate al metodo e non correlate al metodo. Le cause di interruzione correlate al metodo sono state divise in tre categorie: interruzione per effetti collaterali minori; interruzione per effetti collaterali maggiori; interruzione per non compliance con il metodo.

Il numero totale di donne arruolate è stato 1809, di età compresa tra i 14 e 42 anni, di cui il 10% era passato da una pillola a un’altra. I contraccettivi ormonali utilizzati comprendevano pillole contenenti EE (da 35 mcg a 15 mcg) o estrogeni naturali (17β-estradiolo ed estradiolo valerato). I progestinici presenti nelle formulazioni erano drospirenone, gestodene, clormadinone acetato, dienogest, ciproterone acetato, levonorgestrel, nomegestrol acetato e desogestrel (elencati secondo la frequenza d’uso nella nostra popolazione). Le pillole contenenti 30 mcg e 20 mcg di EE erano utilizzate rispettivamente dal 40,8% e 36,6% della popolazione analizzata. I dati relativi alle donne che utilizzavano le pillole da 35 mcg e 15 mcg di EE sono stati analizzati aggregandoli a quelli relativi alle donne che usavano le pillole rispettivamente da 30 mcg e 20 mcg di EE, poiché il loro numero era molto basso. NuvaRing era utilizzato dal 17,3% della popolazione dello studio. Le restanti preparazioni utilizzate erano le pillole contenenti estrogeni naturali (4,3%), i cerotti (0,6%) e le preparazioni con solo progestinico (0,6%). Per cui, l’analisi statistica è stata limitata alle pillole contenenti 20 mcg o 30 mcg di EE e al NuvaRing.

Motivi_di_interruzione_metodi_contraccettivi_MSD_ginecologa_Barbara_Del_Bravo_Pisa

 

Come riportato in Figura 1, il 34,9% delle donne ha interrotto la contraccezione ormonale per un qualche motivo. 
Di seguito le cause di interruzione in ordine decrescente in %:

  • 20,5%: effetti collaterali minori
  • 4,4%: effetti collaterali maggiori
  • 3,8%: non compliance con il metodo

Per quanto riguarda i motivi di interruzione non correlati al metodo:

  • il 2,3% delle donne aveva ritenuto che non fosse più necessario
  • il 4,6% aveva interrotto il contraccettivo per altri motivi non specificamente correlati al metodo

Nella Figura 2 è mostrata la percentuale di donne che hanno interrotto l’uso delle pillole con 30 mcg e 20 mcg di EE e di NuvaRing.

La percentuale di donne che hanno interrotto l’utilizzo del NuvaRing (10,6%) era significativamente (p<0,005) più bassa della percentuale di donne che avevano interrotto le pillole con 30 mcg (17,5%) e 20 mcg (22,5%) di EE, mentre non sono state rilevate differenze tra i due dosaggi orali di EE.

 

Percentuale_di_donne_Che_hanno_interrotto_la_pillola_MSD_ginecologa_Barbara_Del_Bravo_Pisa

 

Nella tabella 2 sono mostrati gli effetti collaterali minori e il tasso di interruzione associato a ciascuno di essi.

 

Interruzione_contraccezione_ormonale_MSD_ginecologa_Barbara_Del_Bravo_Pisa

 

 

Tra gli effetti collaterali minori, che hanno causato l’interruzione della contraccezione ormonale nel 20.5% dei casi, i più frequenti sono stati: sanguinamento irregolare, aumento ponderale, cefalea, disturbi gastrointestinali, calo della libido.

L’interruzione dovuta a sanguinamento irregolare è stata riportata principalmente dalle donne che utilizzavano le pillole con 20 mcg di EE rispetto alle pillole con 30 mcg di EE (6,1% vs. 2,8%; p<0,0008), mentre il tasso di interruzione dovuta a sanguinamento irregolare associato al NuvaRing è stato del 2,3%(Figura 3).

L’interruzione dovuta ad aumento ponderale è stata riportata con maggiore frequenza nelle donne che utilizzavano le pillole con 30 mcg di EE (4,8%, con una differenza statistica ai limiti della significatività (p<0,051)) rispetto al gruppo che usava le pillole con 20 mcg di EE (3,6%) e a quello che utilizzava il NuvaRing (3,3%).

Le interruzioni dovute a cefalea sono state riportate dal 3,4% delle donne del gruppo che usava le pillole con 30 mcg di EE e dal 4,1% di quelle che utilizzavano le pillole con 20 mcg di EE (NS). Nel gruppo che utilizzava il NuvaRing non sono stati riportati casi di interruzione dovuta a cefalea (p<0,01 vs. pillole con 20 mcg di EE; p<0,02 vs. pillole con 30 mcg di EE).
Le interruzioni dovute alla comparsa di sintomi gastrointestinali sono state riferite dal 2,7% delle donne che usavano le pillole con 30 mcg di EE (p<0,02 vs. 1,8% delle donne che utilizzavano pillole con 20 mcg di EE) (Figura 3). Nel gruppo che utilizzava il NuvaRing la frequenza è stata leggermente minore (0,8%), senza che fosse tuttavia raggiunta la significatività statistica. 

 

Risultati ed interpretazione

La popolazione analizzata in questo studio può essere considerata rappresentativa della popolazione generale di donne che utilizzano i contraccettivi ormonali, dato che lo studio è stato condotto in un ospedale pubblico che rappresenta un centro di riferimento nella regione.

Dallo studio emerge che circa 1/3 delle donne aveva interrotto la contraccezione ormonale, di cui circa il 28% per mancata compliance o per effetti collaterali correlati al metodo.

La maggior parte delle donne (20,5%) ha interrotto la contraccezione ormonale per la comparsa di effetti collaterali minori, come segue:

  • sanguinamento irregolare: più frequente nelle donne che assumevano la pillola contenente 20 mcg di EE e con meno frequente nelle donne che assumevano in NuvaRing o la pillola contenente 30 mcg di EE
  • aumento ponderale: meno frequente con NuvaRing e pillole contenenti 20 mcg di EE
  • cefalea: nessun caso per NuvaRing, meno frequente con pillole contenenti 20 mcg di EE rispetto a quelle contenenti 30 mcg di EE

Tutte le altre cause fornite sono state riferite da una percentuale inferiore al 2,3%.

Dallo studio si evince che l’utilizzo di dosaggi molto bassi di EE per via vaginale era associato alla più bassa interruzione, mentre non si sono riscontrate differenze nel tasso di interruzione tra pillole con 30 mcg o 20 mcg di EE.

Solo il 4,4% delle donne ha interrotto il metodo contraccettivo per effetti collaterali maggiori o per motivi medici.

Come emerge anche dai dati in letteratura, il tasso di interruzione dovuto a sanguinamento irregolare nelle donne che usano le pillole con 20 mcg di EE è maggiore rispetto a quanto osservato nelle donne che utilizzano le pillole con 30 mcg di EE. Al contrario, nelle donne che utilizzavano il NuvaRing è stato osservato un tasso molto basso di interruzione dovuta a sanguinamento irregolare, il che conferma come la somministrazione vaginale consenta di ovviare agli effetti sull’endometrio dai dosaggi più bassi di EE.

Bibliografia

Fruzzetti et al, 2016 The European Journal of Contraception & Reproductive Health Care 21:6, 449-454, DOI:10.1080/13625187.2016.1234598

Il presente materiale non intende in alcuna maniera, né direttamente, né indirettamente, delineare o sostituirsi a percorsi terapeutici che rimangono esclusiva responsabilità del medico curante. Le indicazioni contenute in questa pubblicazione non possono sostituire la cura del medico, che è pertanto necessario consultare prima di intraprendere qualsiasi cambiamento dello stile di vita. 
Questa pubblicazione riflette i punti di vista e le esperienze degli autori e non necessariamente quelli della MSD Italia S.r.l.

WOMN-1221059-0000-NUV-W-05/2019


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